giovedì 6 novembre 2008


Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita che l’America sia un posto dove tutte le cose sono possibili; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri giorni;
che ancora si pone domande sul potere della nostra democrazia...
stasera è la risposta.
È la risposta data dalle file di persone che circondano le scuole e le chiese, in un numero che questa nazione non ha mai visto; da persone che hanno aspettato tre ore e quattro ore, molti per la prima volta nella loro vita, perché credevano che questa volta poteva essere differente, che la loro voce avrebbe potuto fare così tanto la differenza.
È la riposta data dai giovani e dai vecchi, ricchi e poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, latini, asiatici, nativi americani, omosessuali, eterosessuali, disabili e non disabili... americani che hanno inviato un messaggio al mondo, che noi non siamo solo una raccolta di stati rossi e blu... noi siamo, e saremo sempre, gli Stati Uniti d’America.


Brividi e commozione. Signori, questa è la Democrazia.
Ciò che è successo il 4 Novembre 2008 è una conquista dell'umanità. Un popolo intero che sceglie di cambiare radicalmente, mosso da una passione e una forza incredibili. Gioisce. Ora sul trono più influente del mondo c'è un uomo su cui aleggia lo spirito di Martin Luther King.
McCain lo applaude, zittisce i fischi. Condoleeza Rice dimostra sincera felicità nonostante la sconfitta del suo partito. James Jackson piange.
Sono tutti americani. Obama è il presidente di tutti, reds and blue. Per la prima volta nella storia moderna il presidente degli USA viene dall'emarginazione e dal duro lavoro. E' arrivato li da solo. Pure Kennedy ebbe la strada spianata dai milioni di dollari del padre.
Ci sta un pò di luce in più su questo mondo.
E non è un caso che in questo momento buio, brilli dagli Stati Uniti d'America.

Chissà... forse... un giorno... anche da noi...
...la nostra vetusta cultura politica, radicata al dopoguerra, le assurde divisioni ideologiche non ce lo permettono. Coloro che ci governano sono tutti, nessuno escluso, figli di questa cultura, sono l'espressione massima di tale obsolescenza. E noi che li votiamo non siamo da meno.
Siamo indietro anni luci signori miei... yes, they can... noi no.

Ma sono estremamente felice per il trionfo di Barack Hussein Obama.

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