mercoledì 10 settembre 2008

Le stagioni venete

L'Italia, con 44 siti, è il paese con il maggior numero di beni dichiarati Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Senza contare ovviamente San Marino e Città del Vaticano. Tra questi, i centri storici protetti che fanno provincia sono: Roma, Venezia, Vicenza, Verona, Mantova, Napoli, Ferrara, Firenze, Siena, Urbino, Siracusa. Su 11 città, ben 3 appartengono al Veneto. Le tre 'V' d'arte. Agglomerati urbani antichissimi, con influenze architettoniche romane, medievali e rinascimentali. Cosi' vicine quanto cosi' diverse, posizionate lungo un'asse immaginario che dalla porta d'Oriente, Venezia, s'inoltra nella pianura toccando Vicenza e finendo a Verona. Anche Padova lambisce questa linea, ma a mio parere è città troppo caotica, trafficata, costruita, estesa, confusionaria per essere paragonata alle altre tre. Solo l'Orto Botanico merita una menzione, sempre secondo l'UNESCO. E io ci aggiungo anche la cappella degli Scrovegni e i meandri del Salone, nel centro storico. Ma nulla piu'. Non amo Padova.
Tornando al trittico, ho sempre immaginato ognuna di esse al massimo del proprio splendore in una particolare stagione dell'anno.


L'autunno, con i suoi colori caldi, ultime fiammelle d'orgoglio prima del grigio invernale, esalta al massimo il fascino di Venezia. La nebbiolina tenue tra le calle filtra la luce dei lampioni, regalando morbidi riflessi non solo all'acqua dei canali, ma anche all'aria stessa. Profumi di pesce e spezie aleggiano nell'atmosfera immobile, sopra una finestrella illuminata da un'osteria chiassosa. Poca gente in giro. Un gatto furtivo s'intrufola nelle fondamenta di un palazzo, mentre le barche di legno dei pescatori rientrano a casa passando sotto ponticelli addormentati. C'è romanticismo sfrenato, nonchè mistero ancestrale. Ti aspetti da un momento all'altro di scorgere il mantello di un Casanova svolazzare dietro l'angolo o il luccichio della maschera di una signora invitante. Non puoi far altro che perderti tra i vicoli avvolto nel cappotto che ti separa dalla foschia, nel mezzo della stagione in cui tutto si prepara a dormire. Una dolce buonanotte.


L'inverno freddo è occasione per respirare la splendida aria natalizia di Verona, città di San Zeno, il santo che sorride, e di Santa Lucia, la donna cieca che porta i doni ai bambini. E' la città piu' ricca del Veneto e anche per questo via Mazzini a Dicembre esplode di colori, lucine, pacchi regalo, palle di natale coloratissime, giocattoli e negozi invitanti. Piazza Bra è vivissima, zeppa di mercatini, nel pieno del suo splendore modaiolo, priva della soffocante calura estiva. L'arena sempre illuminatissima diventa sede di un bellissimo museo sui presepi da ogni parte del mondo, mentre dalla platea saetta l'enorme stella cometa bianca le cui punte ricadono all'esterno, nei pressi della statua del santo. Novelli Giulietta e Romeo passeggiano a braccetto, carichi di borse colme di regali, mentre una bimba nascosta sotto il piumino gusta con avidità un pezzo di cioccolato. Un sogno colorato.


La primavera è il risveglio della natura, il rigoglire dei fiori e del canto degli uccelli. Vicenza, la piu' piccola e intima delle tre città, esplode nell'aria tersa del cielo azzurro, nei colori dei petali variopinti sui poggioli dei palazzi. Piazza dei Signori, considerato uno dei piu' bei salotti d'Europa, è un tripudio di luce riflessa dalla candida basilica e frastagliata dalle ombre dei porticati gotici. La gente sorseggia uno spritz presso i numerosi tavolini sotto il campanile pendente, mentre l'orologio dorato splende sopra al disco blu. In lontananza le montagne tagliano l'azzurro e piu' vicini i colli berici si svegliano rigogliosi. C'è profumo di frutta fresca, di formaggi appena tagliati e caffè roventi. E' ora di una piacevole passeggiata in corso Palladio col solo maglioncino leggero addosso, scrutando le vetrine e rilassandosi tra le mille sfaccettature dei palazzi affacciati ad esso, mentre le rondini rientrano nei nidi sotto i cornicioni a sfamare i piccoli. Un risveglio profumato.


Che ci metto d'estate? Le 'V' sono tre, le stagioni quattro. Se in questa calda stagione vi viene la voglia di stare tra orde di turisti, umidità notevole, ed eventi d'ogni tipo... fatevi pure quattro passi ugualmente. Pero' vi consiglio di farlo la sera, con l'addormentarsi del sole e nella luce delle stelle. E' piacevole gustarsi un gelato fresco o sorseggiarsi una granita al cospetto di palazzi e viuzze carichi di storia, mentre le zanzare ronzano attorno a un lampione solitario.
Per noi del posto, pero', a fronte del caos che questa stagione porta inesorabilmente, non c'è cosa migliore del rifugiarsi tra le montagne vicine. In mezz'ora siamo già al fresco di un pino. In un'ora a meravigliarci per l'ennesima volta di quelle rocce appuntite sbucate dal mare, uniche al mondo, dai colori e dalle forme sempre diverse che rispondono al nome di dolomiti. Anche per questo, d'estate, lasciando sfogare i nervi delle tre città sui turisti di massa, varrebbe la pena fare un salto a Belluno, tranquillo e carinissimo centro storico a ridosso delle montagne tra le piu' spettacolari al mondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Orsera.
Se non siete tipi da montagna, un bel posto dove andare in estate è Orsera, vicino a Parenzo, in Crozia.
Il mare è pulito, la spiaggia libera, i turisti sono meno che altrove in Croazia [e per giunta molto sono nudisti], si mangia bene e i dentisti costano poco.
Una volta anche qui era Repubblica di Venezia e comincia pure con la V

Marco ha detto...

E te pareva la genial Larryna :)))