sabato 27 settembre 2008

La città incantata - Hayao Hiyazaki

Apro i miei pensieri cinematografici con un'opera vista di recente, anche se datata 2001. Un lungometraggio animato giapponese, creato dalla mente straordinaria di Hayao Miyazaki, lo stesso che decenni fa partorì Mimi, Haidi e soprattutto Lupin III. Non sono fanatico delle animazioni nipponiche, al di la dei pomeriggi passati davanti a bim bum bam. Però posso dire con serenità che 'La città incantata' è uno dei film del genere che più mi hanno emozionato, colpito e divertito. Più coinvolgente e curato del 'Castello errante di Howl', sempre di Miyazaki. Nulla da invidiare ai grandi classici Disney, anzi, per certi versi il target è più adulto e la struttura ancora più complessa.

Tutto inizia con questa bimba annoiata, Chihiro, che s'appresta a vivere in una casa nuova con i genitori. La loro automobile però si perde ai margini di un boschetto. Il padre imprudentemente decide di prendere una scorciatoia che s'inoltra tra le fronde, fino a che un muro rosso, macchiato dall'imboccatura di una piccola galleria buia, ne blocca l'avanzata.
Nonostante i timori di Chihiro, i genitori decidono di andare a curiosare in fondo a questo tunnel circondato da strane statue...
...e qui inizia una storia fantastica, un viaggio onirico, in cui tutto l'affascinante mistero iniziale lascia il posto allo stupore man mano che i minuti passano. Ci si chiede in che razza di posto sia finita questa bimba un pò viziatella e alla fine ogni dubbio viene fugato con meraviglia. Non svelerò di più, perchè davvero il divertimento che ho provato nello scoprire pian piano le cose è stato godurioso.

I personaggi sono particolarissimi e pieni di vita (o di non vita?), caratterizzati in maniera graficamente straordinaria. Dalle palline di fuliggine lavoratrici al dio del puzzo forte. Come tutti i particolari presenti nel film del resto. Chihiro che si mette l'elastico sui capelli, i pezzi di carta che svolazzano in cielo, i ghigni della strega Yubaba, il ribollire del fango... elementi disegnati con un realismo e una cura incredibili. In un contorno di paesaggi da sogno, partoriti dalla fantasia più colorata e geniale, in cui gli elementi fisici come li conosciamo vengono mescolati e distorti.
Il tutto in puro stile manga. D'altissimo livello però.
Le musiche sono all'altezza, eccome! Si passa dal silenzio immobile e quasi paradisiaco dei primi minuti oltre il tunnel, disturbato da un'impercettibile tensione che inesorabilmente cresce, agli intrecci mitologici che dolcemente accompagnano il viaggio. Coinvolgenti.
Il messaggio finale è semplice quanto veritiero... Chihiro imparerà ad avere fiducia in se stessa affrontando, per la prima volta nella sua vita dorata, i propri doveri.

Non è un fantasy, anche se molti sono i collegamenti con la mitologia giapponese, ma un film di fantasia che funziona a meraviglia. Poetico, drammatico, nostalgico, ricco, talvolta umoristico. Geniale per certi versi. Non a caso è stato l'unico film d'animazione a vincere l'orso d'oro al festival di Berlino, oltre che il meritato oscar come miglior lungometraggio animato.
A mio parere il più bel prodotto giapponese di sempre.
Per passare due ore di serenità, meravigliandoci come bimbi di fronte a una finestra aperta sul mondo della fantasia più fiabesca.

3 commenti:

Spino ha detto...

Uno dei più belli del maestro, favoloso!
Se ti è piaciuto e ancora non li hai visti ti consiglio anche Princess Mononoke e Kiki's delivery services, ah anche Nausicaa... vabbè io li adoro tutti.

Marco ha detto...

Debbo vederli assolutamente... segnati.

Anonimo ha detto...

fatto - tecnicamente - benissimo ma di una angoscia insostenibile, l'espressione perfetta della disperazione dei giapponesi, condannati a vivere con una forma di paganesimo ancestrale che opprime l'uomo lasciandolo senza alcuna forma di speranza. a parte il suicidio