mercoledì 17 settembre 2008

No benedizione? No party!

E' vecchia di qualche giorno la frase pronunciata dal col. Ratzinger sui divorziati e il rito della comunione.
'Non benedite le unioni illegittime.'

Appena letta la notizia stavo per sclerare nel mio solito monito anticlericale, indicando nella figura del papa odierno un ultrà della chiesa, un conservatore incallito quale in effetti è. Ma lasciando da parte i danni della politica cattolica nel nostro paese (in un paese laico il papa può dire quello che vuole, ma senza avere influenze politiche) ci ho riflettuto un attimo.

Aborro in generale le idee retrograde del Vaticano... del tipo:

- Non ti faccio il funerale perchè t'hanno staccato la spina che ti teneva in stato vegetale...
- Teniamo viva una ragazza anche se non dà cenni da 15 anni... vita di merda ma sempre vita è...
- Niente fecondazione assistita per le donne in difficoltà... non è naturale...
- Niente esami su cellule staminali... non è morale...
- Proteggiamo la vita anche quando è artificialmente trattenuta dai macchinari... questo si che è naturale e morale...
- Se una donna è stata violentata non puo' abortire... è omicidio...
- Non ti faccio la comunione perchè prendi la pillola e trombi non per procreare...
- Niente preservativo in Africa... che l'aids si diffonda pure, ma si tromba solo per procreare appunto...

Quasi tutte le imposizioni che escono dal clero vanno contro ogni mio principio. Vorrei vivere in uno stato veramente Laico quale non è l'Italia.
Non sono praticante, nè credo in una chiesa come quella attuale, apparente e piena di materialità. Credo invece nel vangelo e nei messaggi che Gesù ci ha lasciato. Ammiro le anime buone che si identificano realmente in questo e si prodigano in giro per il mondo.
Però quest'ultima imposizione di Ratzinger un senso ce l'ha.
La vedo come una crociata contro la superficialità, terreno in cui nuotano quei cattolici convinti che si sposano in chiesa accompagnati da fanfare e lustrini per poi cancellarne il ricordo con un paio di firme notarili.
Ma anche contro quelli che lo fanno senza pensare ad altro che al vestito, ai paggetti, alla carrozza, alla limousine, agli invitati, al banchetto.
Quelli che preparano tutto già un anno prima.
Quelli che, saranno solo 150 invitati.
Quelli dei banchetti sfarzosi nei giardini del castello e della villa palladiana.

Cioè per capirci... a me i matrimoni classici non piacciono. Denigro lo sfarzo inutile che c'è quasi sempre dietro questo sacramento. Se devo dare risalto a qualcosa, vorrei che lo avesse il coraggioso gesto d'amore. Tutto il resto puo' sparire.
Credo nel matrimonio in generale quale unione di due innamorati che decidono di dichiarare alla vita il loro rapporto. I riti d'unità esistevano ai tempi degli indiani d'america, degli Incas. L'uomo ha sempre avuto l'istinto di celebrare l'unione di due anime. Così deve andare per legge umana. Non è una partenza, ma anzi, una cosa che due possono fare anche in un momento di maggiore maturità. Nel frattempo per quanto mi riguarda possono vivere insieme e creare famiglia. Apprezzo le coppie che si sposano dopo anni.
Si tratta solo di un accento del rapporto tra due persone, in fondo. Oltre che un'opportunità burocratica.

La gente si sposa pensando e preparando mille cose, perdendo di vista tutto. Per 500 giorni si guarda alla lista nozze, ai divani pois, ai muri color verde caccola, a portare gli inviti personalmente, insieme per mano, fino alla Turchia, al menu di 40 portate minimo. Poi alle scoreggie del cavallo che trasporta la sposa di fronte alla scalinata hollywoodiana, al vestito che tutti ammireranno, nel momento in cui questa scenderà dal quadrupede aerofago.
' Laggiu' l'avranno visto bene? Aspetta che mi metto in luce... '
E all'ultimo, di fronte all'altare, dopo migliaia di ore passate a pensare a tutto ciò che è inutile:
' Oh, mi sposo... che emozione... mi viene da piangere perchè me n'ero scordata! '
Mentre lo sposo sviene rimembrando il conto in banca.
Pensieri cristiani.

Mandiamo a puttane ogni briciola di buon senso, trasformando un momento importante nel giorno per eccelenza più sfarzoso della nostra vita. Il bello è che non lo fa solo Briatore ma anche l'operaio o l'infermiera comune; vanno in bancarotta per sposarsi. Ma che diavolo ci ha insegnato Gesù?
Viveva di stracci in mezzo ai derelitti, benediva i credenti con l'acqua del fiume e giustamente noi si deve spendere 10 mila euro per fare un matrimonio come si deve?
Si, altrimenti è un matrimonio da sfigati. Da poveretti. Fai fuori 3 mila euro per un vestito che indosserai una volta sola. Ma stiamo scherzando?
' Dunque, gli invitati... Dobbiamo chiamarli tutti per forza! Anche quelli che non vediamo da secoli e che abbiamo conosciuto in vacanza a Belmonte Calabro due anni fa! Del resto ci hanno invitato al loro... '
' Sputerei nel piatto a tizio li... pero' lo invitiamo lo stesso, si! '
Ragionamento cristiano.

E' triste vedere tanta superficialità. Si contano sulle dita di una mano ormai coloro che affrontano questo passo con maturità e convinzione.
E di certo non da questa mano escono fuori 2 milioni e mezzo di italiani divorziati.
Uno si sposa in chiesa perchè ci crede, fa una promessa e la calce sulla firma è, per lui, divina. Ha dato la parola al suo Dio. Non riesce a mantenerla? Io mi sentirei una merda, tanto da non avere il coraggio di andare sotto il crocifisso a chiedere la comunione.
Se uno fosse coerente con la propria superficialità mi sta bene. Mi sono separato? Pazienza, non merito un'altra occasione dinanzi a Lui. Ma agire da superficiali, nascondendosi poi dietro alla presunta fede, recitando un rosario di penitenza, fa ridere.
Un essere umano che sceglie di sposarsi in chiesa, se poi s'accorge di avere sbagliato (il che è umano), non può pretendere che il sistema da lui invocato lo tratti come nulla fosse (il che sarebbe comodo). La sacra rota ad esempio è una delle più grosse porcherie... serve a trovare cavilli logicstici per deviare la fede.
Escamotage cristiano.

Due si sposano perchè si amano (non sempre...) Punto.
Due si separano perchè non si amano più (non sempre) Punto.
Due divorziati possono risposarsi con rito civile. Punto.
Due divorziati non possono ricevere la comunione in chiesa. Punto.

Tu, cattolico praticante divorziato, non hai fatto nulla di grave, capita di sbagliare, ma vacci cauto e accetta le leggi che la tua religione impone.
E tu, cattolico praticante esagerato, pensa meno alla carrozza, al vestito milionario, al ristorante, agli invitati, alla lista nozze... non servono a un tubo visto che i conti veri li fai con l'altra persona non col portafogli...
...ah, e già che ci sei, non mettermi in un tavolo dove non arriva mai il cibo, vicino a sconosciuti che ogni dieci minuti torturano le mie orecchie tintinnando i bicchieri e urlando all'unisono: ' Con la linguaaaaa! '
Quella si che è cristiana però.

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