domenica 7 settembre 2008

Quattordici giorni di Sardegna

Come primo post vero e proprio voglio sparlare un po' di quell'isola unica, piena di storia, natura e cordialità che è la Sardegna. Piena di simboli. La bandiera con i quattro mori, il mare turchese, la pecora, il porceddu, il profumo del mirto, il pastore dalla bassa statura, il nuraghe, il mamuthone, le dune, il sughero, il miele, gli uliveti, Garibaldi.
Una terra antichissima mai scossa da terremoti, dove il granito regna sovrano da millenni e dove ogni angolo profuma di antichità.
Ogni volta che si torna c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

La prima settimana in un appartamento a San Teodoro, grazioso centrino turistico a sud di Olbia, attorniato da lunghissime spiagge bianche, con stagni abitati dai fenicotteri rosa a separarle dai monti aridi. La nostra preferita rimarrà Lu Impostu, situata tra la rinomata Brandinchi (bello l'enorme bagnasciuga con l'acqua al tallone) e La Cinta (la piu' frequentata e grande, a ridosso del centro storico). Lu Impostu possiede il meglio delle due limitrofe: lungo spicchio di sabbia bianca, mare dai colori incredibili, non troppo frequentata e dal facile accesso.

Capo Coda Cavallo di cui avevamo tanto sentito tanto parlare non c'è garbata. Troppo affollata, stretta e nulla di piu' rispetto le altre. L'Insuledda era invasa da dune di posidonie spiaggiate. Mentre meritano una visita gli scogli levigati dal vento di Cala Ginepro, alla fine di punta molara.
Su tutte svetta sempre maestosa la sovranità di Tavolara, una mastodontica montagna di calcare che taglia il mare come una spada.

Piu' in giu' lungo la costa, prima di Orosei, c'è la spiaggia piu' bella che abbia mai visto. Bidderosa, incastonata al limite di un parco naturale selvaggio e incontaminato. Lasciando la macchina al parcheggio della spiaggia di Berchidda (splendida anche questa, ma troppo vicina al parcheggio) si prosegue a piedi lungo l'arenile per 3 km, fino a raggiungere un paradiso terrestre. Sabbia pulitissima, candida, punteggiata da massi granitici rossi che pian piano scendono in un mare dai fondali zeppi di pesci e colori. Caraibica. Paradisiaca.

Lasciata la costa ci siamo addentrati nella Barbagia, tra le querce e i lecci, fino a raggiungere Fonni, il paese piu' alto della Sardegna (1000mt) e soprattutto Orgosolo, caratteristico con i 140 murales che l'adornano. Un paesetto piccolissimo, dove sui muri delle case artisti veri hanno dipinto immagini che ricordano fatti storici e personaggi recenti e lontani.
Tra stradine inerpicate e la cresta del Sopramonte oltrepassiamo Nuoro, per giungere in un agriturismo tipico che piu' rurale non si puo'. Una fattoria dove s'è passata una serata indimenticabile, in compagnia di contadini ospitali, animali, cibo genuino e tanto, ma tanto tanto, mirto.
Poi qualche giorno in tenda a La Maddalena, la piccola Parigi della Sardegna, sempre una perla nel Mediterraneo assieme a Caprera. Non dimentichero' facilmente la faticosa ma splendida scarpinata tra le creste frastagliate per giungere alle calette piu' incredibili che abbia mai visto. Cala Coticcio, detta Tahiti per un chiaro motivo. La foto spiega, ma poco poco.

Infine, prima del traghetto per Livorno, un intenso on the road tra le 'highway' della Gallura, accompagnati da massi enormi, forme stranissime, strapiombi e valli desertiche. Qui vivono gli alberi tra i piu' antichi esistenti sulla terra. Un ulivastro di 3700 anni ti rapisce tra le fronde. Sotto questi rami si muoveva il popolo dei Nuraghe, delle tombe dei giganti, dei rabdomanti e dei Dolmen.
Il buon Alberto ci ha accolti con la consueta gentilezza nel suo bellissimo stazzo appena sotto il monte Pulchiana, il monolite piu' grande d'Europa. La solita grande e deliziosa cena, il solito mirto. Il rosso cannonau è una bomba mostruosa, sui 14-15 gradi. Piatti tipici ce n'è molti... la zuppa gallurese, il porceddu, gli gnocchetti sardi, i ravioli di ricotta, lo stufato di pecora, la ricotta con l'abbameli, le seadas, il cinghiale, il pecorino, la salsiccia secca, il pane carasau, il torrone. Tutta roba di terra, tanta pecora e miele.
Poi ci sarebbe da dire di Aggius, la bellissima Tempio Pausania, la Valle della Luna, Luras, Calangianus, ma lo spazio è esiguo per scrivere di tutto cio'... magari un giorno raccontero' qualcosa.

Insomma, una vacanza di quelle che piacciono a me... buon cibo tipico, la giusta dose di relax con la solita voglia di girare, cambiare posto, scoprire nuovi angoli di terra. Conoscere la gente del luogo, toccandone il piu' possibile la mentalità. Tanti chilometri in macchina, ora completamente ricoperta dalla polvere.
La Sardegna rimane uno dei posti piu' affascinanti che un italiano possa vedere vicino a casa... non soffermatevi alla Costa Smeralda e a Porto Cervo, che di sardo hanno un fico secco. Giratela e respiratela il piu' possibile, anche all'interno, esploratela a ogni stagione dell'anno. Basta il movimento del sole per cambiarne i colori. Della Sardegna ti innamori dalla prima volta che la vivi.
Un bacino alla mia compagna, di viaggio e non solo... :)

2 commenti:

Spino ha detto...

Ebbravo Marco, alla fine vedo che l'avete girata per bene... condivido per Cala Girgolu sicuramente la migliore, invidia per le altre calette più giù che non ho visitato... quella foto è pazzesca.

Aiò viva la sardegna!

Marco ha detto...

Grazie a te Spino! E alle tue dritte ;) Purtroppo tra na roba e l'altra il metropizza l'abbiamo tralasciato... next time...